giovedì 27 giugno 2013

Agovino: “Non sono Mourinho, ma neanche Mister Nessuno”


Intervista di Alessandro Mosca per resport.it

 Alla terza esperienza a Cava de’Tirreni, Massimo Agovino è arrivato con un chiaro obiettivo: diventare grande insieme alla Cavese. Ma la nomina di Agovino non ha creato un grandissimo entusiasmo in città. I dubbi dei tifosi non preoccupano il nuovo tecnico metelliano, pronto a tuffarsi con tutto sé stesso in questa esperienza: «Se sono il nuovo allenatore della Cavese lo devo alla mia caparbietà, al presidente Manna e al ds Casapulla. Qualcuno ha detto che questa piazza è stata regalata ad Agovino, a loro voglio dire che non sarò Mourinho, ma non sono certo il signor nessuno». Parole da cui traspare tutta la carica del neo tecnico metelliano, intenzionato a fare bene in una città che vuole tornare nel calcio che conta. «Sono ipermotivato e convinto che giocando un buon calcio possiamo farci apprezzare dalla tifoseria - afferma Agovino - Cava dei Tirreni ha un pubblico che da solo può portare dei punti, ma allo stesso tempo può toglierti tante energie
nervose. Forse sono stato scelto proprio perché sono abituato a lavorare in queste condizioni». Da tattico di Vittorio Belotti ad allenatore della prima squadra, passando per l’esperienza con la Berretti negli anni del duo Campilongo-Dionisio: la carriera di Agovino potrebbe spiccare il volo proprio nella piazza che l’ha svezzato alla panchina.
 L’ascesa di ‘Magovino’ - soprannome che, afferma il tecnico con un sorriso, «mi è stato dato in Molise quando ho portato una squadra praticamente certa della retrocessione ai playoff» - parte da un centro fondamentale: il 4-3-3. «E’ il modulo che culturalmente mi rispecchia di più - dice Agovino, allenatore cresciuto a ‘pane e Zeman’ - Per una stagione ho osservato i suoi allenamenti a Mugnano del Cardinale, ero diventato uno di loro. Per me è stato come un corso di approfondimento a Coverciano, ho imparato tantissimo». Agovino ha già le idee chiare su chi saranno i cardini del progetto per la prossima stagione. «Non bisogna distruggere lo zoccolo duro di una squadra che ha fatto un grandissimo girone di ritorno. Penso che Manzi, Rinaldi e De Rosa, calciatori che conosco personalmente, possano essere un ottima base di ripartenza. Spero di poter contare su di loro nella prossima stagione».

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