fonte resport.it a cura di Alessandro Mosca
La Cavese ha il suo ‘mago’ per tornare a
volare. Dopo l’addio a Francesco Chietti, i metelliani hanno nominato
ufficialmente come nuovo allenatore Massimo Agovino. ‘Magovino’, come è stato
chiamato nelle piazze in cui si è disimpegnato nelle ultime stagioni, è pronto
a rimettersi in gioco a Cava dei Tirreni dopo la deludente parentesi vissuta
nell’ultimo campionato a Potenza. Una città che il tecnico di Sant’Anastasia
avuto modo di conoscere già molto bene: dopo aver svestito i panni da
calciatore nei primi anni novanta, con il nuovo millennio ha debuttato in
panchina come allenatore in seconda della Sangiuseppese in serie D. Nella
stagione 2001/2002 è approdato proprio nella piazza metelliana, come secondo di
Vittorio Belotti. Un’esperienza ripetuta nella stagione 2004/2005, quando gli
fu affidata la carica di responsabile della Berretti blufoncè. Come allenatore
ha guidato, sempre in serie D, il Sorrento e il Savoia, ma è nel Molise che
Agovino ha trovato la sua consacrazione, diventando per tanti il ‘mago’. Dal
2008 per tre stagioni è uno dei principali autori del miracolo Agnonese, mentre
nella stagione 2011/2012 passa all’Atletico Trivento: un ‘tradimento’ che non
verrà visto di buon occhio dai tifosi dell’Agnonese, ma che non cancella i
risultati ottenuti nel quadriennio molisano. Quattro stagioni nel corso delle
quali raccoglie 213 punti e sfiora per due volte i playoff, dando spettacolo su
tutti i campi della categoria con il suo 4-3-3.
Un amore per il modulo zemaniano che non nasce
per caso: Agovino ha passato intere ore sulle tribune del campo di Mugnano del
Cardinale per osservare l’organizzazione del gioco dell’Avellino di Zeman, un
amore per quel gioco propositivo ed offensivo che ha sempre cercato di proporre
con le sue squadre. Quel 4-3-3 che quasi certamente sarà il punto di partenza
della sua organizzazione di gioco anche con la Cavese, un modulo che ha fatto
le fortune di tantissimi allenatori proprio nella città dei portici. L’obiettivo
sarà cancellare l’ultima tormentata stagione: rimasto a piedi ad inizio
campionato, Agovino tornò agli onori delle cronache per un’intervista
rilasciata ad un quotidiano molisano dove puntò il dito contro alcuni colleghi:
«Non alleno perché non porto gli sponsor», una chiara accusa contro un’usanza
purtroppo sempre più diffusa nel calcio italiano. In corso d’opera arrivò poi
la chiamata del Potenza. Un’avventura durata solo poche settimane: il club
rossoblù, alle prese con una gravissima crisi economica, esonerò il tecnico di
Sant’Anastasia dopo tre giornate. Agovino trovò in Lucania una squadra
completamente smantellata, composta per la quasi interezza da under ed incapace
di lottare per la salvezza. Una brutta parentesi che però non cancella la bontà
del lavoro di Agovino che adesso ha trovato una piazza campana che gli regala
la possibilità della consacrazione nel calcio che conta.
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